L’assegnazione del prestigioso cavalierato di nomina pontificia è stata autorizzata da Bergoglio mentre si trovava ricoverato al Gemelli di Roma e porta il sigillo del cardinale Pietro Parolin. Dopo i tanti tributi ottenuti in ambito civile (dall’ufficiale al merito al commendatore della Repubblica) il direttore di ACOF vede riconosciuto il proprio impegno da laico nel diffondere i valori cristiani in campo educativo. La cerimonia ufficiale il 1° giugno a Beata Giuliana. «Per me è un’emozione unica e indescrivibile».
La decisione era stata ratificata all’inizio di marzo, direttamente da Papa Francesco, durante il suo lungo ricovero all’ospedale Gemelli di Roma. La comunicazione ufficiale, con tanto di sigillo e firma apposti dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato per la Santa Sede, è invece arrivata all’interessato solo nei giorni scorsi, per un incredibile coincidenza.
Jorge Mario Bergoglio, in uno dei suoi ultimi atti ufficiali, ha deciso di insignire Mauro Ghisellini del titolo di cavaliere dell’Ordine equestre di San Silvestro Papa, uno dei cinque ordini che fanno direttamente capo al pontefice, oltretutto uno dei più antichi e prestigiosi. Farne parte è dunque un segno di riconoscenza per il servizio prestato – anche da parte dei laici – nel diffondere i valori cristiani all’interno della società.
Nel caso di Ghisellini la scelta è da riferirsi al suo lunghissimo impegno in ambito educativo, sia nella direzione della struttura ACOF Olga Fiorini, sia nelle attività di rappresentanza in campo istituzionale, a cominciare dal ruolo di componente del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, come consigliere del ministro.
«Questa onorificenza mi trasmette un’emozione unica e indescrivibile», spiega Ghisellini. «Sapere che è stato lo stesso Papa Francesco, assieme al cardinale Parolin, ad approvare questo titolo cavalleresco è qualcosa di speciale. Oltretutto è avvenuto in un momento molto particolare e difficile per la nostra Chiesa e mi sento onorato della decisione presa. Ho saputo ufficialmente dal Vaticano di essere stato nominato cavaliere proprio nei giorni in cui si consumava il lutto per la morte del pontefice. Ho così preferito attendere un po’ prima di darne notizia, in segno di massimo rispetto per ciò che Bergoglio ha fatto e rappresentato».
Il protocollo prevede che l’attribuzione del cavalierato di San Silvestro Papa venga materialmente effettuata dai ministri territoriali della Chiesa che, in questo caso, si riferiscono all’arcidiocesi di Milano. Per questo il prevosto di Busto Arsizio, monsignor Severino Pagani, ha deciso di organizzare un momento solenne nella chiesa di Beata Giuliana, quartiere in cui Ghisellini vive, celebrando lui stesso (assieme al parroco don Gigi Musazzi) la santa messa delle 10.30 di domenica 1° giugno. Sarà proprio al termine di quella funzione che il direttore di ACOF riceverà la pergamena ufficiale dell’Ordine pontificio e l’applauso dei fedeli.
Nell’occasione, verrà dettagliata la motivazione di questa onorificenza. Una scelta da contestualizzare nel lungo impegno professionale e personale di Mauro Ghisellini per portare avanti i valori cristiani: «Ho svolto questo compito – dice – nel solco di quanto fece mia zia Olga Fiorini, fondatrice della scuola. ACOF è una realtà che poggia su punti fermi come l’accoglienza, l’ascolto, l’attenzione ai più deboli, lo spirito di comunità. Non siamo un istituto religioso, la laicità del nostro modello educativo è irrinunciabile, ma come ente no profit ci sentiamo coinvolti nel portare avanti principi che ci avvicinano all’essere cristiani. Dopo essere stato nominato ufficiale al merito e poi commendatore della Repubblica, sono felice di questo riconoscimento di tipo religioso, dedicato a una sfida a cui dedico ogni giorno tutte le mie energie».
Non è un caso che una statua di San Michele svetti da sempre in cima al tetto del quartier generale scolastico di via Varzi a Busto Arsizio, oppure che Ghisellini – assieme alla sorella Cinzia – abbia sempre scommesso sul modello creato da Maria Montessori. E poi ci sono i tantissimi progetti dedicati ai giovani in difficoltà, al sostegno delle famiglie, all’aiuto nei confronti degli adulti in cerca di un reinserimento sociale e lavorativo, sempre con uno spirito di ascolto e di apertura che va oltre la semplice burocrazia. Un atteggiamento al quale anche i vertici della Chiesa, con l’avallo di Papa Francesco, hanno ora deciso di rendere merito.